I Diversity Media Awards è l’evento in cui vengono premiati i personaggi e i contenuti media che hanno contribuito a rappresentare, valorizzandola, la diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, etnia, età e disabilità.
CORONAVIRUS, CIÒ CHE MI SPAVENTA È IL FUTURO E CIÒ CHE MI RINCUORA È L'UMANITÀ
In questi giorni dove tutto è strano, rallentato, desolato e sospetto, stiamo sviluppando pazzi e inutili anticorpi contro ciò che temiamo, non conosciamo o non riusciamo a controllare e gestire come il Coronavirus..
C’è paura. Ma oltre a quella che diffondono i media, c’è un altro tipo di paura, quella per il futuro. Almeno per quanto mi riguarda. Già l’Italia a livello economico non se la stava passando bene, ora che succederà?
L'IGNORANZA PUÒ DIVENTARE UN'EPIDEMIA
L’ignoranza può diventare un’epidemia quando non ci si informa, quando ci si basa solo su notizie trovate nel web e non verificate, quando il panico di ciò che non si conosce diventa follia collettiva.
L’ignoranza fa rumore, si propaga in modo chiassoso e caotico. Crea caos, confusione ed idee che si insinuano dentro di noi come un Virus.
Possiamo vederlo ogni giorno, persone totalmente inesperte e incompetenti, si erigono con il loro ego ad intenditori di tutto. A guru del sapere, professoroni di vita, a dottori incapaci di curare. Vogliono insegnare pur non potendolo e sapendolo fare. Incompetenti patologici.
VORREI ESSERE PADRE, HO GIÀ FATTO IL RODAGGIO COME ZIO
Vorrei essere padre, ho fatto il rodaggio come zio, potrei essere pronto. Mi piacerebbe tanto.
Caratterialmente non tendo mai a portarmi troppo in alto, ma in questo caso si; sarei un padre fantastico.
Sarei protettivo, ma non troppo, a differenza di come sono stati con me i miei genitori. I miei cuccioli mi hanno sempre schermato dentro ad una bolla di vetro antiproiettile, hanno fatto di tutto per non farmi scontrare con la realtà, con le verità che potessero ferirmi.
SIAMO TUTTI "PERSONAGGIO PUBBLICO", ALMENO NEL VIRTUALE, L'IMPORTANTE È ESSERE CONVINTI
“Personaggio Pubblico”, due parole che significano il nulla però, siamo tutti personaggio pubblico!
Un mio personale manifesto contro la troppa convinzione, mancanza di umiltà e lo sfrenato arrivismo di creste troppo alte che dovrebbero essere abbassate.
Queste sono le mie reazioni quando leggo certe “pompate” descrizioni nelle bio di Instagram.
Molti “Influencers”, che tali non sono, si definiscono, auto incensandosi, un po’ come Napoleone (per non parlare della sindrome omonima), personaggi pubblici.
AL CONGRESSO DELLE FAMIGLIE SI È RIPIOMBATI NEL MEDIOEVO
Il weekend scorso si è svolto a Verona il Congresso Mondiale delle Famiglie, una tre giorni, in cui gli anni più bui del medioevo sembravano essere tornati con la prepotenza, la ferocia e l’ignoranza che ha contraddistinto quel periodo storico.
Ho visto, letto e sentito di tutto, ideologie e parole aberranti, pensieri sconnessi e deliranti quasi come l’italiano in cui sono stati pronunciati e scritti.
LA MALEDUCAZIONE È COME UNA NEBBIA CHE OBNUBILA LA MENTE
L’ho sempre tollerata poco la maleducazione, credo davvero sia peggio dell’ignoranza perché, se si nasce con i neuroni poco funzionanti non è una colpa, l’essere bifolchi e cafoni lo è eccome.
Se si ha a che fare ogni giorno con la maleducazione, iniziamo a vederla un po’ ovunque, in qualche modo diventiamo più sensibili ad essa invece che abituarci.
Menomale non ci si abitua, almeno parlo per me, la maleducazione altrui mi coglie sempre di sorpresa, non voglio abituarmici e mai succederà. Sono convinto che se ci si abitua ad una cosa, la si da per scontata e probabilmente, col tempo, diventerebbe la normalità e inizieremo anche noi a diffonderla.
DEL DOLORE E DELLA SUA PATETICA SPETTACOLARIZZAZIONE
Ormai sembra che il dolore, di qualsiasi tipo esso sia, debba essere spettacolarizzato. Non si racconta, non si narra al fine di aiutare, con la propria esperienza, chi può trovare ristoro in quello che si vive o si è vissuto; tutto deve essere esagerato a livello comunicativo, ostentato nel vano tentativo di esorcizzarlo e renderlo con faciloneria meno grave e amaro.
Spettacolarizzando il dolore, che sia dovuto ad una morte, ad una malattia o ad un fatto drammatico, sembra quasi che si voglia condividerlo con il mondo, e fin qui nulla di strano, anche se in alcuni casi il dolore dovrebbe essere vissuto in modo intimo e privato e non reso un intrattenimento da avanspettacolo.
VA DI MODA IL BRUTTO, UN FREAKSHOW CONTINUO PER ESSERE CHIUNQUE MA NON NOI STESSI
Va di moda il brutto, il grottesco diventa moda, tutto sembra il riflesso delle brutture, della cattiveria, del caos della società e dei problemi interiori di chi la vive, lo vedo ovunque e non mi rimane che farmene un a ragione.
Dalle passerelle, alle strade delle città fino ad arrivare alla televisione, sembra che quello che un tempo era considerato di cattivo gusto, volgare o ad esclusivo appannaggio di un' "élite" ristretta, limitata e provocatoria, un mondo da bannare e lasciare nelle retrovie, ora, sia stato sdoganato per permeare ogni settore della società ed essere sfacciatamente alla mercé di tutti.
CHI HA IL PANE NON HA I DENTI, L'IMPORTANTE È AVERE I NUMERI GIUSTI (ANCHE SE COMPRATI)
Spesso rifletto, e questo non è di certo una novità, ma in questi giorni mi capita spesso di pensare al detto “chi ha il pane non ha i denti” e viceversa, sembra che ormai l’importante sia avere i numeri giusti, stuoli di followers comprati e fasulli, questo è il #mood, è di vitale importanza avere grandi cifre.
Sono stanco di vedere ingiustizie perpetrarsi nel mondo del web, un mondo che premia solo chi ha la faccia come il culo e non chi ha veramente qualcosa da dire e soprattutto sa farlo
HO GUARDATO LA PAURA E LE HO RISO IN FACCIA
Guardare le proprie paure, studiarle e alla fine affrontarle e vincerle, non è da tutti.
Mi rendo conto, sempre di più, che siamo pieni di paure e insicurezze che non riusciamo ad affrontare; le lasciamo nascoste negli anfratti più reconditi dei nostri cuori di leone e non le andiamo mai a disturbare, non le studiamo per capire il motivo di tanto terrore
GUCCI DECAPITA IL BUON GUSTO, MA LO FA CON UN MESSAGGIO IMPORTANTE
2018 L'ANNO CHE VERRÀ, DEVE ESSERE DIVERSO (PER FORZA)
Dicono che il 2018 sia alle porte e io ne sono solo felice. Ogni fine d’anno mi domando come sarà l’anno che verrà, chi incontrerò, come crescerò, chi perderò.Non ho mai creduto alle stelle, sono troppo lusinghiere e cariche di promesse che non mantengono; i miei bilanci per l’anno, me li canto e me li suono io, anche se ne faccio ben due, uno a settembre e uno giustamente a dicembre, ma forse, in questo periodo, abbiamo tutti un po’ bisogno di leggere qualcosa che ci rassicuri, che ci coccoli come farebbe una mamma accarezzandoci la testa e sussurrando che andrà tutto bene nel nuovo anno.
HO UN GATTO CHE È UGUALE A ME, CLETO FOREVER
Ormai è più di un anno che Cleto è entrata a far parte della mia vita e solo ora posso affermare con cognizione di causa, che ho un gatto uguale a me. Non avrei mai pensato che avere un gatto potesse essere una terapia per incanalare affetto, amore, gioco, comprensione e molte volte incazzature mastodontiche.
Fin da bambino sono sempre stato circondato da animali umani e anche animali a 4 zampe che, sfortuna mia e loro, hanno sempre avuto una vita breve; per un motivo o per un altro mi hanno lasciato sempre troppo presto.
SARAHAH: SARÀ QUEL CHE SARÀ
Come gli amori estivi, Sarahah, è destinata ad avere vita breve; come ogni estate si creano tormentoni musicali, ci sono nuovi ed effimeri gadget come gli Fidget spinner, mode e tendenze transitorie che hanno la durata di pochi mesi; ma negli ultimi giorni non si fa altro che parlare di Sarahah, un’applicazione che in pochissimo tempo è stata scaricata da milioni di persone, perché?
Quello che accadrà, se non è già successo, sarà l’accrescimento del Cyberbullismo, una smisurata rabbia espressa virtualmente nei riguardi delle vittime designate e una sempre maggiore frustrazione nelle persone destinatarie di messaggi negativi.
LA CATTIVERIA NEI SOCIAL NETWORK
Non è certo una novità che la cattiveria sia presente anche nei social network, anzi è ben radicata nella vita reale e ce ne stupiamo che sia presente anche in quella virtuale?
Mi rendo conto che la rete rappresenta una fotografia istantanea della realtà, una parte di quotidianità in cui si palesano dinamiche che forse, nella maggior parte dei casi, nella vita di tutti i giorni non trovano terreno fertile per essere esternate.
Tutto è lecito; anonimato, prepotenza, odio, frustrazione, bisogno di sentirsi superiori, ostentazione di una vita che non corrisponde a quella reale. Tutto trova online, il campo di battaglia nel quale poter essere espresso senza i filtri che sono presenti nell’ offline.
CRITICARE I "DIFETTI" DEGLI ALTRI, NON RIDUCE I NOSTRI
Ho sempre pensato che le "critiche costruttive" non esistano, ci possono essere osservazioni e ragionamenti costruttivi, ma le critiche (lo dice la parola stessa e la sua implicita negatività) servono a negare, a infamare, a nuocere annientando l’ego e a distruggere una verità che pensiamo essere giusta; sono solo definite in modo diverso per ferire di meno, ma in realtà non "costruiscono" niente. Anche se tentiamo di elaborarle in modo positivo, inconsciamente ci graffiano, segnando indelebilmente le nostre piccole ma fondamentali certezze.
AVERE UN BLOG E VEDERLO CRESCERE
Avere un blog è come avere un figlio (non sono ancora papà e quindi non voglio permettermi di fare questo paragone ma, genitori in lettura, non vogliatemene), dargli vita, vederlo crescere, scoprire ogni giorno che impara da te e viceversa, accorgerti che cambia ed evolve a seconda delle esperienze, degli incontri e delle emozioni che provi tu.
IO CI METTO LA FACCIA E NON PORTO MASCHERE
Io ci metto la faccia in tutto e con tutti, non porto maschere, non sono mai riuscito, non sono capace di mentire o di nascondere qualsiasi tipo di emozione, ogni singola verità che tento di nascondere appare sulla mia fronte come un insegna luminosa visibile a metri di distanza; forse è l’aria del Carnevale ormai alle porte, ma questo post era in preventivo da molto tempo, un libero flusso di coscienza liberatorio che scaturisce da dentro.
QUANDO NEL SILENZIO SENTI I RAMI SECCHI SPEZZARSI
Ho capito il vero significato di "Tagliare i rami secchi", quei rami a cui ho consentito di continuare a crescere, ai quali ho permesso di appesantire ulteriormente il mio albero per la paura che a causa di troppe sfoltiture potessi crearmi terra bruciata attorno, invece, avrei dovuto reciderli alla base per lasciare posto ai nuovi nati, a quelli che col tempo diventeranno robusti e solidi come quelli sani già presenti.