Io ci metto la faccia in tutto e con tutti, non porto maschere, non sono mai riuscito, non sono capace di mentire o di nascondere qualsiasi tipo di emozione, ogni singola verità che tento di nascondere appare sulla mia fronte come un insegna luminosa visibile a metri di distanza; forse è l’aria del Carnevale ormai alle porte, ma questo post era in preventivo da molto tempo, un libero flusso di coscienza liberatorio che scaturisce da dentro.
La mia faccia è una, non l’ho mai cambiata, anche se lei col tempo e con l’esperienza un po’ l' ha fatto; ci convivo da sempre, non l'ho mai coperta con invisibili maschere, la vedo ogni giorno, la conosco troppo bene, non mi ha mai tradito e non ha mai tradito le persone che la conoscono, è cresciuta insieme a me, si è evoluta, ha imparato insieme a me, abbiamo sofferto insieme, ha preso schiaffi e bastonate da mani moralmente violente e da porte che si sono rovinosamente chiuse su di lei. Ha lasciato farsi graffiare dalle delusioni, è diventata malinconica per il disincanto regalato da coloro che sembravano essere amici, per tramutarsi in espressione di dolore dovuta ad un cuore spezzato, ma, ha anche gioito, amato e riso fino ad arrivare alle lacrime.
L’ho sempre messa al primo posto, senza maschere, quelle maschere che non sono capace di portare, quelle maschere che alcuni riescono ad indossare con tanta naturalezza tanto da sembrare il loro vero volto.
La mia faccia è sempre stata un libro aperto, non è mai riuscita a fingere un' emozione, un sentimento, una smorfia; non c’è niente da fare, tutto ciò che mi passa per la testa e per il cuore, in lei si vede. La mia faccia è una ed è questa, nel bene e nel male rimane lei, segnata dal dolore e illuminata dalla gioia. Una faccia sulla quale appaiono dei sottotitoli che chiunque, dotato di un minimo di intelligenza e sensibilità, riesce a leggere senza bisogno di interpretare o parafrasare ciò che vede.
In questi anni di convivenza ha imparato solo una piccola lezione, ha capito come controllare la bocca, si, perché mi è sempre stato detto che sono troppo diretto nel dire le cose, nello spiegare le mie ragioni, nel dare una mia opinione, ma preferisco avere la lingua che taglia e cuce, ma che lo fa in modo costruttivo con la persona interessata, affrontandola e parlando chiaramente e in modo diretto senza blaterare alle spalle. Ho sempre tollerato poco le persone false, quelle che quando si trovano di fronte a te è tutto un incensare e un lusingare e poi, girato l’angolo, sputano veleno come la peggior specie di serpenti velenosi, non io, io ci metto la faccia.
Digerisco poco coloro che pur apprezzandoti, tentano di sminuire la tua persona solo per non fare percepire le loro debolezze; il noto modo di dire “chi disprezza compra” non lo farò mai mio, sono troppo diretto. Evidentemente chi si avvale di tale forma di comunicazione si trova a lottare con i demoni del masochismo/sadismo, dell’inferiorità, della maleducazione, dell’invidia e dell’insoddisfazione della propria vita o del proprio essere.
La mia faccia è sempre stata in prima linea, lasciando trasparire qualsiasi tipo di sentimento, dall’amore più tenero, protettivo e puro, al disprezzo e la rabbia più taglienti.
Una faccia che affronta il mondo, un mondo che non vuole e accetta nessuno per come è realmente. Io le maschere non so portarle, ci ho provato, mi sento falso, in primo luogo verso me stesso e poi verso le persone che ho di fronte e con cui mi relaziono.
Non l’ho mai nascosta, non l’ho mai camuffata, a differenza del cuore e dell’anima, la mia faccia è senza corazze difensive e scudi di protezione.
Non sarò mai come alcuni individui, che si nascondono dietro alla scrittura, per inveire o sfogare frustrazioni personali verso il prossimo; persone che “protette” da uno schermo, si sentono legittimate ad umiliare o a volere a tutti i costi un confronto per arrivare ad un contraddittorio acceso pur di prevaricare le idee, la personalità e l’animo altrui facendo vincere il proprio ego pur di sentirsi vivi e parte di questo mondo.
Mi è capitato di conoscere persone che portano maschere di ferro, e uso volutamente il plurale “Maschere”, perché riescono ad indossarne più di una alla volta; maschere all’apparenza impenetrabili e blindate, persone che una volta vissute nella vita reale, sono riuscite a mostrare parte del loro vero essere, deponendo miseramente, seppur in parte, il loro camuffamento. Loro, nel momento in cui si trovano davanti a persone come me, dirette e trasparenti, si trovano spiazzati, capiscono che devono giocare ad armi pari e quindi senza filtri o armature di alcun genere.
La cosa terribile per alcuni, sta nel fatto di dover creare o inventare un personaggio per poter comunicare con gli altri, ma quel personaggio non identifica la persona; col tempo, purtroppo iniziano a dimenticare la persona per dare libero sfogo alla personalità creata, una situazione che li porta a dover per forza di cose mantenere il peso di un volto che non è il loro.
Avrò mascherato, o forse è meglio dire, corazzato il mio cuore, ma non maschererò mai il mio volto, la mia faccia esprime sempre e in ogni situazione, ciò che il mio cuore e la mia anima nascondono.
Maschere: Casin dei nobili