Con l’avanzare dell’età sto diventando (ancora) più selettivo in fatto di amicizie e conoscenze (ho sempre fatto una grande distinzione tra i due termini e sempre la farò); forse sono sempre stato selettivo, ma selezionavo in modo sbagliato, il mio metro di paragone era sfalsato da visioni distorte e mi focalizzavo su valori che ora non fanno più parte di me. Ho sempre avuto una specie di “Sindrome della crocerossina”, un comportamento che mi portava a compiacere, gratificare, proteggere gli altri con abnegazione, anche quando non ne valeva la pena, anche a costo di sacrificare i miei bisogni e desideri. Ora, nelle persone che voglio facciano parte della mia vita, ricerco lealtà, sincerità, educazione e trasparenza, caratteristiche che insieme a decine di lati negativi hanno sempre delineato il mio carattere e che credo di avere trasmesso a chi mi è vicino; particolarità per le quali, mi sono sempre trovato a combattere battaglie infinite in nome di un ideale giustizia che fondamentalmente non c'era.
Ho capito il vero significato di "Tagliare i rami secchi", quei rami a cui ho consentito di continuare a crescere, ai quali ho permesso di appesantire ulteriormente il mio albero per la paura che a causa di troppe sfoltiture potessi crearmi terra bruciata attorno, invece, avrei dovuto reciderli alla base per lasciare posto ai nuovi nati, a quelli che col tempo diventeranno robusti e solidi come quelli sani già presenti.
Ora ho capito il perché della mia ritrosia nel diradare i rami secchi del mio albero, una paura legata al concetto di solitudine, il timore che tagliando e sfoltendo il mio albero, un giorno, si sarebbe ritrovato solamente dotato del tronco, ma un albero senza rami non è più un albero, ma bensì un palo. Il mio albero non diventerà mai un palo, sarà dotato di forti radici e grandi rami, che in modo autentico, faranno parte di me.
Avrei dovuto potare prima il mio albero, ma solo negli ultimi anni ho realizzato che portando un fardello troppo pesante sulle spalle, sull’anima e sul cuore non si va molto lontano.
Sono rimasto inutilmente legato a persone e a situazioni, senza tenere conto che quei rami non davano più frutti, anche le loro foglie non avevano più il verde brillante di un tempo, ma io non volevo vederlo. I primi rami si sono spezzati sotto il peso della neve, altri con le folate di vento e questa è una selezione naturale che amo follemente, altri, li sto finalmente recidendo con le cesoie della mia vita.
Posso dire di avere iniziato a potare il mio albero, una potatura che non avverrà velocemente e a cuor leggero, ma deve essere fatta; una sfoltita pensata e naturalmente rigenerante ma, allo stesso tempo, faticosa e risanante per me stesso. Un' evoluzione naturale per dare nuova luce e nutrimento ai rami, quei rami che ora sono liberi di crescere verso il cielo insieme a me.