Incontrare Antonia Sautter, la creatrice de “Il Ballo del Doge”, uno degli eventi più glamour e lussuosi del mondo, è stato come realizzare un piccolo sogno. Intervistarla e capire come da una passione che fin da bambina ha coltivato, col tempo, abbia potuto realizzare un incanto che ogni anno fa vivere a migliaia di persone. Ci siamo incontrati in uno dei suoi tre atelier veneziani, tutti e tre nella suggestiva zona di San Marco; tre location uniche, ricche di storia, fascino e delle creazioni di quest’artista realizzatrice di sogni.
“Antonia, ho letto nella sua biografia, che nasce da padre tedesco e mamma italiana. Come è stata la sua infanzia e soprattutto da dove nasce la passione per la moda e la creatività? Da chi le ha ereditate”?
La “colpevole” è stata sicuramente mia madre, la mia mamma veneziana. Era una donna dalla grande creatività in grado di trasformare qualsiasi cosa in pura bellezza. Mia madre era una donna intelligente e molto colta, una donna dalla mentalità aperta e moderna, che amava sognare e stupire. Io e lei passavamo interminabili e meravigliosi pomeriggi autunnali ed invernali, nella nostra casa di campagna, luogo in cui ho trascorso lunga parte della mia infanzia. Sono molto legata a questi ricordi, che custodisco nel cuore, e per i quali devo ringraziare mio padre e la sua profonda passione per la natura e gli spazi aperti, dovuta alle sue origini bavaresi.
I pomeriggi passati insieme a mia madre erano immersi in un silenzio creativo che ci avvolgeva, durante i quali creavamo vestiti e costumi per il carnevale. Pomeriggi in cui da parte mia c’era la voglia di imparare e conoscere il mondo tramite le enciclopedie. All’epoca internet ovviamente non esisteva e quindi non bastava un "click", per conoscere, bisognava sfogliare, imparare e scoprire. Ricordo ancora il primo costume che mia madre fece per me, fu quello di una danzatrice di Bali, in questo modo io imparavo la geografia, gli usi e costumi di altri popoli. Riuscivo ad imparare divertendomi ad interpretare grandi donne del passato come Mata Hari o Marie Antoinette.
Indossando un costume si annulla qualsiasi forma di timidezza e puoi interpretare un ruolo che fondamentalmente fa parte del tuo essere. Paradossalmente, indossando una maschera togli altre maschere. Questi sono i ricordi della mia infanzia, quelli che tuttora, ripensandoci mi rendono felice e fanno parte della mia essenza e, nella mia vita, con il mio lavoro, cerco di ricreare quelle sensazioni.
“Ha studiato lingue e letterature straniere a Cà Foscari, per poi viaggiare per il mondo approdando a New York, che tra l’altro, è una delle mie città preferite”.
Dai 18 anni in poi, ho avuto la fortuna di incontrare delle gran belle persone, tra cui uno dei miei mentori che aveva un azienda di moda nella grande mela e da lì ho imparato i meccanismi e i fondamenti di questo meraviglioso mondo. Ho fatto molta gavetta lavorando e studiando in molti ambiti, sono tornata in Italia cresciuta e arricchita e continuando a crescere sotto molti aspetti, sia professionali che a livello umano, pur rimanendo fedele alle mie origini e a quello che era Antonia un po’ di anni fa, anche se per forza di cose le persone cambiano.
“Tornata in Italia, spinta dal suo desiderio di indipendenza, ha iniziato a dare libero sfogo alla sua creatività”?
All’epoca mi sentivo in contrasto con le persone per cui lavoravo, perché le mie visioni e il mio modo di essere e di lavorare non corrispondevano al loro; non un’irrequietudine, anzi, ho sempre rispettato e rispetto molto gli altri, come pretendo rispetto nei miei confronti ma, ho colto un’occasione, comprando con grandi sacrifici la mia prima boutique. Una scelta dettata dal cuore, di notte creavo i miei prodotti e gli accessori che avrei venduto durante il giorno nel mio negozio e in quel periodo mi sono sentita finalmente realizzata. Avere un negozio a Venezia significa venire a contatto con il mondo e migliaia di persone che tuttora sono amici e ospiti de Il Ballo del Doge. Venezia è magica proprio sotto questo aspetto, una città dove puoi conoscere le persone per quello che sono realmente; a Venezia non ci si mette in mostra, non si fanno vedere i soldi che si hanno, ma si mette in mostra l’anima di ognuno di noi. Venezia mostra quello che siamo e non quello che abbiamo. Annoverare tra i miei clienti persone del calibro di Gianni Versace o David Bowie mi riempie di soddisfazione soprattutto perché ho avuto modo di conoscere realmente la persona e non il personaggio. Avere un negozio è molto meglio di avere Facebook o i social network, è un luogo in cui ti relazioni in modo vero e spontaneo con chi ti trovi davanti e un’opportunità di creare delle amicizie vere.
“Nel 1994 nasce l’evento che l’ha resa famosa nel mondo: Il Ballo del Doge, come nasce e perché”?
Come per tantissime cose è nato in modo casuale, grazie ad un incontro nel mio negozio con Terry Jones dei Monty Pyton, il famoso gruppo di comici britannico. Era accompagnato da un amico regista e si trovavano a Venezia per girare uno spot per la British Airways ma avevano anche un altro progetto e cioè quello di produrre un documentario sulla quarta crociata e la sua storia interpretata come una grande festa, con tutti i personaggi che gravitarono attorno a questo avvenimento. Chiesero il mio aiuto per la collaborazione all’allestimento dei costumi, delle scenografie e dell’organizzazione per la creazione di quel piccolo film e dopo una notte passata a riflettere, mi proposi in prima persona per la realizzazione di quel grande progetto. Mi ci buttai a capofitto con una grinta che non pensavo di avere. La location in cui sono state girate le scene del cortometraggio era Palazzo Pisani Moretta che è rimasto la location storica e in cui da 24 anni viene celebrato Il Ballo del Doge.
“Ogni anno dietro Il Ballo del Doge c’è un concetto diverso, un messaggio che si vuole comunicare, quest’anno quale sarà il tema di questo sogno che si può vivere ad occhi aperti”?
I sogni diventano sempre più grandi con il tempo, avrei bisogno di una location più spaziosa dove poter utilizzare anche effetti speciali e mi piacerebbe molto unire la tecnologia con l’aspetto classico e la tradizione, una contaminazione che per ora è molto difficile da attuare in un palazzo antico e storico. Ma per 24 anni l’effetto “wow” c’è stato ed ogni anno è una sfida sempre più grande, quella di regalare un sogno alle persone. Negli anni precedenti mi sono allontanata leggermente dal tema classico, storico e rievocativo del Ballo, piano piano ho voluto sperimentare nuovi territori e tematiche della creatività, spaziando anche in realtà al di fuori di Venezia e dalle sue tradizioni. Quest’anno mi sono resa conto che in tutti questi anni non ho creato un vero e proprio tributo alla mia città e in questa edizione lo farò.
Il titolo è: Il Ballo del Doge: Venezia è so Splendid, sono Magic, so Glam, so You!
“Il motivo dell’uso di queste magnifiche parole nel titolo del Ballo di quest’anno”?
Venezia è so Splendid. Sotto un incredibile cielo stellato, lo splendore della città si svelerà agli occhi dei presenti attraverso i simboli che ne hanno fatto la storia: dai dogi che l’hanno guidata, alle cortigiane che l’anno animata, ai mercanti di spezie e tessuti che ne hanno determinato ricchezza e fortune. Una Venezia insieme raffinata e barocca, immortale e millenaria, Regina dei mari e d’Oriente.
Venezia è so Magic. La trasfigurazione del Palazzo in un set cinematografico reale e vivente, avvolgerà il pubblico con musiche e performance di altissimo livello, per esaltare in una corale suggestione tutto il fascino della settima arte.
Venezia è so Glam. Glamour e Magia sono i tratti distintivi di una Venezia preziosa, depositaria di uno stile unico, inconfondibile ed eterno che sopravviverà all’avvicendarsi del tempo e delle mode. Un trionfo irresistibile di eleganza e trasgressione, armonia e poesia, cerimonia e fasto.
Venezia è so You! Ognuno di noi ama Venezia e conserva nel cuore ricordi a lei legati: una memoria di viaggio, un’esperienza, un bacio, una promessa. Questo Ballo è dedicato a coloro che, attraverso i loro occhi, suggellano il mito di questa città leggendaria come un tesoro da custodire e proteggere.
“Antonia Sutter Event & Creations quindi non è solo Il Ballo del Doge, ma anche wedding planner e organizzazione di eventi”?
Certamente, dal background de Il Ballo del Doge e il know how che ne deriva, mi ha portato a trasferire l’esperienza maturata in questi anni, nell’organizzazione di matrimoni ed eventi, tutto il sapere e la passione che metto nel mio lavoro. Anche con la creazione di accessori, di borse e scarpe rigorosamente realizzate a mano e, una cosa a cui tengo molto, io non uso la dicitura Made In Italy ma Made In Venice, proprio per fare capire l’artigianalità Veneziana che sta dietro ad ognuna delle mie creazioni, come le maschere veneziane che sono state usate nel film Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.