SARAHAH: SARÀ QUEL CHE SARÀ

Sarahah

 

Come gli amori estivi, Sarahah, è destinata ad avere vita breve; puntualmente ogni estate si creano tormentoni musicali, ci sono nuovi ed effimeri gadget come gli Fidget spinner, mode e tendenze transitorie che hanno la durata di pochi mesi;  negli ultimi giorni non si fa altro che parlare di Sarahah, un’applicazione che in pochissimo tempo è stata scaricata da milioni di persone, perché?

Sarahah è il mezzo che permette di poter esprimere qualsiasi tipo di pensiero senza doverci mettere la faccia e addirittura nemmeno il nome, il tutto in completo e codardo anonimato.

Basta iscriversi per avere il bieco “privilegio” di inviare messaggi ad altri utenti collegati alla piattaforma. Anche se la sua nascita deriva da uno scopo nobile, quello di poter comunicare le proprie opinioni nell’ambiente di lavoro senza il terrore che l’azione si ritorca contro, rimane a mio avviso un "gioco" che incita all'odio. Ovviamente lo scopo era quello di poter esprimere critiche costruttive per il miglioramento degli ambienti lavorativi, ma contrariamente, come molte trovate tecnologiche a livello di comunicazione, ne viene fatto l’uso più sbagliato e in pochissimo tempo è diventata un successo mondiale.

Sta diventando sempre più un mezzo per sfogare le frustrazioni dei leoncini da tastiera, inveendo contro qualcuno che si conosce senza pensare agli effetti che certi messaggi possono provocare in chi li riceve e soprattutto, senza avere la possibilità da parte del ricevente di controbattere.

Quello che accadrà, se non è già successo, sarà l’accrescimento del Cyberbullismo, una smisurata rabbia espressa virtualmente nei riguardi delle vittime designate e una sempre maggiore frustrazione nelle persone destinatarie di messaggi negativi.

Non sono qui a denigrare Sarahah, sono stato uno dei primi a volerla provare per capire il suo funzionamento e avere conferma del limite a cui arriva la codardia e la limitatezza delle persone. A parte qualche messaggio oscenamente patetico, avere avuto la certezza che molte persone si fermano superficialmente all’involucro esterno senza andare oltre e qualche messaggio dolce ed incoraggiante, come volevasi dimostrare, sono arrivati anche messaggi da parte di qualche nullità che mi ha offeso pesantemente senza neppure (forse) conoscermi.

Dopo avere concluso il mio esperimento di ricezione e non di invio, non avendo bisogno di nascondermi dietro a niente e a nessuno, ho cancellato il mio profilo da Sarahah e cestinato l’applicazione dal telefono considerandola l’ennesimo mezzuccio per eclissarsi dietro al gigantesco dito del mondo virtuale, uno dei tanti metodi per accrescere o demolire la propria autostima e quella altrui, l’ultimo mezzo per trovare il riscatto sociale che nella vita reale non si riesce ad ottenere.

Sono sempre stato il tipo di persona che dice quello che pensa in faccia, alle volte con i dovuti modi e altre volte sbagliando toni ma nel bene e nel male uno dei miei valori fondamentali è: "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te", perché sono fermamente convinto che i rapporti interpersonali si formino, appunto, tra persone, parlando e guardandosi negli occhi. Sopporto a malapena “messaggiare” per pochi minuti, preferisco una telefonata, figuriamoci se devo ricevere un messaggio, positivo o negativo che sia, da persone anonime con le quali non posso obbiettare, delle quali non sento il tono di voce, il movimento dei loro occhi e il linguaggio del corpo.

Ho un bel caratterino, dico sempre le cose in faccia e esigo che altrettanto venga fatto con me, Sarahah nelle mani sbagliate potrebbe diventare una nuova arma virtuale.