L’ignoranza può diventare un’epidemia quando non ci si informa, quando ci si basa su notizie trovate nel web e non verificate, quando il panico di ciò che non si conosce o non si vuole conoscere diventa follia collettiva.
Una cosa che mi ha sempre spaventato e mi preoccuperà sempre, è l’ignoranza.
Non intesa come non conoscenza o mancanza di studio o informazione su qualcosa (anche quella lo è, eccome se lo è), ma quella che mi terrorizza di più è quella dovuta all’incapacità di riconoscere ed ammettere i propri limiti o dare per scontato tutto ciò che si vede, legge o, la più tremenda di tutte, ciò che ci viene detto o riportato. L’ignoranza di credere a qualcosa che in realtà non è. Questa forse è la più grande forma di ignoranza in cui possiamo incappare.
Solitamente agisce così chi vive in un proprio mondo parallelo, fatto di finta realtà, pochezza sconfinata, preconcetti e luoghi comuni, con idee strampalate o del tutto create ad hoc per fagocitare le debolezze di altri.
Di solito si impone il proprio modo di vivere, essere e pensare (giusto o sbagliato che sia) a chi ci circonda, ma non si pensa alle conseguenze. Ebbene si, l’ignoranza porta ad azioni e il più delle volte sono azioni sbagliate, illogiche.
Cause che portano a degli effetti.
L’ignoranza fa rumore, si propaga in modo chiassoso e caotico. Crea caos, confusione ed idee che si insinuano dentro di noi come un Virus.
Possiamo vederlo ogni giorno, persone totalmente inesperte e incompetenti, si erigono con il loro ego ad intenditori di tutto. A guru del sapere, professoroni di vita, a dottori incapaci di curare. Vogliono insegnare pur non potendolo e sapendolo fare. Incompetenti patologici.
Chi è ignorante non è consapevole di non sapere, o quantomeno, di sapere in modo sbagliato, basta avere un link su uno schermo e si dà per vero tutto.
Non è vero che c’è più cultura grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, no, ci sono solo più informazioni, ma pochi si domandano se quelle informazioni siano reali o fake news.
per chi è ignorante, ogni argomento è di sua competenza senza averne la benché minima coscienza e (reale) conoscenza. C’è la brutta abitudine di considerarsi più informati, capaci e abili degli altri ma, manca la prerogativa fondamentale, l’umiltà!
Quella particolare capacità di comprendere e far vedere le proprie mancanze e lacune sopperendo in qualche modo. Si deve enfatizzare, anche sbagliando. Ma tanto lo sbaglio non viene mai fuori. Si tace. Si camuffa da conoscenza.
Crediamo di essere e mostrare più capacità, conoscenza, intelligenza e furbizia rispetto a ciò che realmente sia. È più facile seguire la massa, costa troppa fatica avere una propria personalità e mostrarla, si preferisce captare notizie che viaggiano e propagarle per reali, si percepiscono per vere ed incontrovertibili piuttosto di avere un proprio pensiero riguardo determinate tematiche.
Siamo ignoranti della nostra ignoranza.