I SOGNI LI TENGO IN UN CASSETTO E I RICORDI IN UNA SCATOLA

Lettera

Forse è proprio vero, riordiniamo il mondo esterno per poter trovare ordine dentro di noi; facendo ordine in casa, riorganizzando l’armadio, una cantina o nel mio caso il garage. Spesso cambiare l’ordine delle cose materiali serve proprio ad attuare un grande cambiamento interiore. Di sicuro è per quello che sono un maniaco dell’ordine, evidentemente dentro, ho un casino cosmico.

È così che una mattina, preso da un raptus compulsivo, ho deciso di dedicare qualche ora alla pulizia di quel luogo in cui ho accatastato qualsiasi cosa che non volevo tenere in casa; vecchi libri, vestiti di ogni genere, scarpe (una quantità spropositata), oggetti, soprammobili, lampade e pezzi di arredo della nonna che ho custodito nell’attesa che arrivasse il giorno in cui mi sarei deciso a dilettarmi nell’arte del restauro.

In mezzo a tutta quella pila di roba (Il diavolo veste Prada… docet), ecco apparire lei, una scatola gigante, sigillata con metri di nastro adesivo e ben riposta sull’ultimo scaffale ricolmo di carte e documenti. 

È stato come aprire il vaso di Pandora, eccoli lì, tutti i ricordi accumulati in anni di illusione e romanticismo. Pupazzi e pupazzetti, fiori secchi, scontrini con data evidenziata, tovaglioli di carta con dediche, fotografie, lettere d’amore e non.

Ho sempre pensato che la memoria immortalasse ogni momento in ordine cronologico e di importanza, dal più bello fino ad arrivare a quello che ci ha graffiato l’anima e spezzato il cuore, ma mi sono reso conto che nessuna fotografia, social network o immagine, sarebbe mai stata in grado di catturare e fare riemergere sentimenti e sensazioni che pensavo di avere completamente rimosso, ma che sono usciti in modo prepotente solo rileggendo poche righe di un biglietto di auguri.

Mi sono dovuto ricrede, la memoria non è una baule senza fondo, in cui riversiamo ricordi, immagini ed esperienze che rimangono a vagare in uno spazio infinito e appena decidiamo di ripescarli affiorano all’improvviso, ma ha la capacità di creare, aggiungere nuovi ricordi alterandone alcuni e di rimuovere, cancellandone altri. Così in quello scrigno di cartone ho trovato ricordi ed emozioni che avevo completamente dimenticato per fare spazio e dare importanza ad altri.

Certo i ricordi più importanti rimangono impressi in modo indelebile nel cuore, ma per quelli che si dimenticano serve un promemoria, in questo caso è stato un promemoria fisico, impolverato e ben nascosto.

Sono rimasto seduto sul pavimento a spulciare ogni pezzo di carta, a leggere con attenzione ogni riga, a pensare a come ero, come ragionavo e a come gestivo le emozioni; sono stato scaraventato nel passato in un batter d’occhio, facendo riaffiorare tutto, ma proprio tutto, disintegrando la corazza di scetticismo costruita attorno al mio cuore con anni di delusioni e disincanto.

Ho sorriso, ho pianto, mi sono colpevolizzato, ho riso a crepapelle, ho ricordato, mi sono incazzato e ho fatto la pace con me stesso ma non solo, ho anche perdonato… tutto in una mattina. Sono rimasto sospeso nella nebbia dei ricordi di cui la mia mente aveva completamente rimosso l'esistenza e mi sono reso conto che per quanto ci sforziamo di ricordare ogni minimo particolare, il nostro cuore e il nostro cervello non sono una macchina fotografia, ma degli abilissimi filtri che riescono a purificare ogni cosa che inconsciamente non vogliamo ricordare e quindi lo cestiniamo.

Audrey Hepburn diceva che: “Per essere felici è meglio aver una pessima memoria”, non aveva tutti i torti, ma se la nostra mente filtra e gestisce i ricordi di qualunque genere a suo piacimento, forse è meglio avere una scatola in cui poter conservare quelli materiali e ficcarci il naso quando si sente il bisogno di mettere ordine dentro di noi.


Stefano Zulian

Stefano Zulian