LA GUERRA DEI SOCIAL MEDIA E L' ESAURIMENTO NERVOSO

Social Media

Dico la verità, non ho mai utilizzato i social media, veramente non ho mai sentito la necessità di averli fino a Luglio dell’ anno scorso quando mi sono messo in testa di avere un mio blog e quindi per esigenze di copione, mi sono imposto di farne uso (ora la cosa mi diverte e non poco).

Non ho mai tollerato il concetto che si è sviluppato attorno a questi potenti mezzi di comunicazione, li ho sempre visti come un grande circo di vanità e un mezzo dietro cui ci si scherma per far fronte a possibili insicurezze, ostentare la propria vita sentimentale o ancora peggio, diffamare persone e personaggi.

Uno schermo dietro al quale nascondersi o creare un alter ego virtuale che non ha nulla a che fare con la vita reale. I social sono un mezzo che rende sicure (nel modo sbagliato) persone insicure e viceversa; si perché da quando ho imparato ad utilizzarli (non ancora in modo adeguato), ho notato che molte persone vengono completamente assorbite in una vita parallela alla propria, una vita virtuale che non ha niente a che fare con la loro vera personalità e il loro modo di vivere.

I social media, sono diventati il mezzo per farci notare, metterci in mostra nel modo migliore possibile, dando un idea di noi che è totalmente travisata e solo persone con un po’ di sensibilità e aggiungerei, intelligenza, riescono ad andare oltre a ciò che si nasconde dietro.

Ci sono soggetti che vivono per vedere e sapere i fatti altrui, altri che sono sempre in gara con se stessi per avere conferme dai seguaci, elementi malati, che creano profili falsi solo per screditare o sfogare le proprie frustrazioni di nullità umane verso chi ha più personalità, possibilità o semplicemente, più capacità di loro.

Mezzi che ci permettono di mostrarci più belli e bravi di quanto in realtà siamo, i luoghi che visitiamo (alcuni usano foto prese da internet e fanno dei bellissimi fotomontaggi), le persone che adoriamo, le feste ed eventi di cui sentiamo parlare, ma in realtà ci si va’ solo col pensiero: Ci sono quelli che fanno solo selfies, di cui faccio un discreto uso anche io, quelli che commentano qualsiasi cosa solo per farsi notare o quelli che sono oggettivamente ossessionati dal mondo virtuale  e che vengono presi dall’ ansia tipica di chi deve controllare qualsiasi cosa accada o venga scritta sul web. Per questo e’ stato inventato un termine che calza a pennello e cioè quello di FOMO = FEAR OF MISSING OUT, una patologia psichica che porta le persone ad avere il terrore di non avere consensi, likes o followers in gran numero. Insomma basiamo la nostra esistenza in base a quante persone ci apprezzano virtualmente.


Social Media

Ecco, anche il sottoscritto, all’inizio del suo percorso da blogger, aveva la tendenza a controllare ogni 15 minuti ogni social per vedere quante interazioni ci fossero state. Per fortuna pero', e’ durata poco come mania (come se non ne avessi già abbastanza) e soprattutto non voglio un esaurimento nervoso scaturito dall’ansia che questo meccanismo può portare. Per fortuna una vita sociale ce l’ho, e sono circondato di persone (seppur poche) che mi vogliono bene realmente e su cui posso contare.

Ciò che mi “affascina” di più, e’ vedere come l’essere umano abbia una grande creatività innata nel crearsi profili pur di apparire o trovare una specie di riscatto alla propria vita di tutti i giorni, quindi ho stilato un elenco di categorie basandomi soprattutto su ciò che si vede su Instagram ( e’ il mio social preferito).

 

CATEGORIE SOCIALI DI INSTAGRAM

(non e’ una classifica ma un ordine random)

 

L’egocenrtrico/a:

Probabilmente, in piccola parte non manca neanche a me questa componente, (per volere bene ai social network una componente di vanità ci deve essere per forza) posta foto sue, il gelato che mangia, che va in bagno, che fa sport, che e’ in vacanza (mi chiedo, ti fai tutte vacanze in solitaria?! O le persone con cui sei sono solo addette a farti foto?), che si fa il caffè, che si sveglia, che dorme…

Il viaggiatore/rice:

Profili in cui abbondano le fotografie di luoghi esotici (meravigliosi tra l' atro), monumenti, oceani, piscine, foreste. Mi chiedo quante di queste siano reali e quante prese dalla rete. In ogni caso per viaggiare, per come la penso io, ci vogliono soldi e mi risulta molto strano che per quattro giorni uno sia a Londra, si faccia una pausa di due giorni in Italia per poi ripartire per qualche isola caraibica una settimana (per rilassarsi dallo stress….quale poi?) e approdare in Cina passando dalla Russia dopo aver fatto una breve sosta in un altro paradiso terrestre. E’ vero, per lavoro migliaia di persone viaggiano molto ma, in questo caso, sono blogger o dirigenti ad alti livelli. I profili che mi "intrigano" sono quelli in cui  tali esseri umani sono dotati del dono dell’ubiquità o del teletrasporto.

Il buongustaio/a:

Colui /lei che fotografa piatti e cibo per tutti i gusti….cotto, crudo, dolce e agrodolce, ristoranti in giro per l’Italia e il mondo, senza neanche essere food blogger o qualcosa di simile. Certo ci sono persone che hanno la passione per il cibo e di come viene presentato, anche io ho questa passione pero' non mi piace fotografarlo ma solo mangiarlo; fotografarlo mi sembra di mancare di rispetto a chi fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Voi direte ma proprio tu dici questo che ti fai fotografare con vestiti costosi? Si proprio io, perché il cibo e’ fondamentale per tutti, i vestiti costosi anche no!

Lo sportivo/a:

un tripudio di addominali, bicipiti e glutei che sembrano scolpiti nel marmo. Si sa la genetica gioca un ruolo importante ma essere schiavi di dieta e fitness non fa per me. Quindi, a parte allenarmi in palestra e fare sport che mi scarica i nervi (neanche nel modo più giusto, e mangiare sano… alle volte), non avrò mai un fisico scultoreo da adone greco: un esaurimento nervoso anche qui solo perché devo spiccare dalla massa?! No grazie, preferisco differenziarmi per altre cose, magari per i neuroni…

Il monotono/a:

posta le solite foto, i soliti scatti, con le solite posizioni e le solite espressioni…. Insomma la fiera della "creatività."

Il "ringraziatore" (concedetemi il termine):

colui o colei che per ogni foto di vestito, accessorio o scatola di cioccolatini che fotografa la infarcisce ringraziando l’azienda produttrice per averglielo donato. Le risate si sprecano quando si vedono fotografie di accessori Louis Vuitton ed Hermès con i ringraziamenti da parte del fortunato blogger. Non prendiamoci in giro, per favore, certe aziende come non fanno i saldi cosi' non hanno bisogno di farsi pubblicità e tanto meno se fatta col primo sfigato/a che ha schiere di followers (80% fake)… Ma magari con qualcuno che ha più voce in capitolo.

Il nostalgico/a:

posta foto di vacanze passate, luoghi visitati e momenti con amici con l’uso smodato dell’ hashtag #TBT (throwback thursday/turn back time)

Il “macchina fotografica incorporata” (termine coniato da me):

sono instagramers innamorati di se stessi; che riescono ad immortalare qualsiasi situazione o il loro essere, in maniera perfetta ogni giorno e più volte al giorno. La  domanda sorge spontanea: "hanno il paparazzo portatile come Virginia Raffaele a Sanremo nella parodia di Belen Rodriguez ?!"

L’ influencer:

un elemento umano che, a parte alcune eccezioni tipo Mariano di Vaio, Chiara Ferragni o Anna Dello Russo, può permettersi di auto definirsi tale. E’ il classico tipo di social addicted che posta foto spudoratamente scaricate da internet, come figure umane di tutto vestite con testa mozzata, primi piani di scarpe, bottiglie dei migliori champagne in circolazione e qualche sporadica foto personale in cui viene immortalato (vestito in modo imbarazzante o da perfetto uomo medio) ad un Pitti o all’uscita di una sfilata o evento al quale neanche ha partecipato.

Gli imprenditori di likes e followers:

Ebbene si, si possono definire imprenditori a tutti gli effetti, perché comprano likes e followers come fossero patatine. Infatti, con pochi centesimi, si possono comprare uno e l’altro. Si vedono quindi, profili con una sparuta manciata di foto totalmente insulse (forse un muro bianco suscita più emozione) e neanche una parola a riguardo ma con migliaia di followers e centinaia di likes. Sono imprenditori perché, nonostante questo, se uno ha palate di followers deve essere per forza uno giusto e quindi perché non seguirlo?! L' investimento iniziale quindi si trasforma in successo con reali profili che lo seguono solo per la legge dei grandi numeri.


Social Network

La cosa che talvolta mi fa ancora sussultare e’ quando Pinco Pallino pur avendo comprato seguaci e avendo molti post, ma di qualità molto discutibile, viene visto e considerato come un semidio, pur non essendo capace di scrivere una frase di senso compiuto o di formulare un pensiero proprio solo perché posta la foto della carta igienica dell’ albergo strafigo nel quale alloggia o il granchio morto sulla spiaggia dell’ennesimo viaggio in qualche paradiso terrestre.

Il mondo dei social e’ affascinante quanto ingannevole, conosco persone che basano la loro esistenza sulla chiacchiera di Facebook o sul numero di seguaci di un profilo e imprecano nel vedere diminuire i propri numeri, se una fotografia postata non riscuote il successo sperato. Insomma con questo post ho voluto descrivervi la mia impressione sull’uso dei social e magari fare capire, anche a costo di sembrare scontato, che non e’ tutto oro quello che luccica.

 

MORALE

Il mondo virtuale e’ appunto VIRTUALE, fatto di cose reali e cose totalmente finte o costruite ad hoc, quindi non facciamoci venire una crisi di nervi per la smania di successo dettata dalla competizione: in questo caso si chiama competizione e non voglia di riuscire con le proprie forze, peculiarità e capacità.

P.S. Tanto per precisare, io adoro i social network e il fantastico mondo in cui ti catapultano, ricco di informazioni, inspirazioni e perché no...cultura, ma bisogna saperli "affrontare" con una consapevolezza diversa.