Beautiful Trauma è il settimo album di Pink (uno dei miei miti musicali), un’anima complicata che ha sempre riversato nelle proprie canzoni tutte le emozioni e problematiche personali ma in cui ognuno di noi può rispecchiarsi, una personalità sanguigna, grungy e scintillante che non smette di sorprendere.
I suoi album riflettono l’immagine della società, i sentimenti delle persone, della situazione socio/politica di un paese e grandi o piccoli problemi sociali; tante tematiche affrontate in ogni disco, ogni singola canzone comunica qualcosa, Pink, nella sua musica, non rimane focalizzata solo su un’argomentazione. In Beautiful Trauma affronta, ancora un volta la #VitaVera con una versatilità tale che le ha permesso di non essere offuscata da tante meteore del panorama della musica mondiale pur risultando una figura di distacco dalle regole dell’industria musicale.
Un album personale, quasi autobiografico, meno dissacrante del solito ma non del tutto, le sue frecciatine le lancia, anche se questa volta imbevute di miele e spolverate con un velo di amore. Suoni e parole forti e come di consueto un album molto orecchiabile, un'opera in cui la cantautrice sfodera delle tonalità inedite per la sua voce graffiante dal timbro sabbiato, un insieme di tracce che raccontano la storia di uno spirito ribelle ma al tempo stesso non così fuori dagli schemi.
Del resto, la sua stessa figura non è catalogabile come icona pop, ma piuttosto, un personaggio non convenzionale capace di emozionare non tanto (almeno per quanto mi riguarda) con le sonorità dei suoi dischi che spaziano dal melodico al synth-rock, fino ad arrivare a ritmi dance, quanto per la forza della sua voce e la profondità dei testi che colpiscono sempre il bersaglio lanciando messaggi pieni di energia.
Le Tracce
Neanche a dirlo, una delle mie tracce preferite è 'Beautiful Trauma' brano in cui si affronta la tematica di un amore tormentato, la dipendenza emotiva che si instaura tra due persone, come una droga che a lungo andare provoca traumi. La vita riserva traumi ma rimane pur sempre bellissima. Sonorità che al primo ascolto sembrano scontate e semplici ma dopo pochi secondi la canzone prende il volo senza alleggerire la sua profondità.
'Revenge' è la canzone in cui il tema del tradimento in una coppia viene affrontato con delicatezza (almeno melodica), una leggerezza che nasconde il bisogno di rivalsa. La dolcezza e l’orecchiabilità del pezzo sono totalmente in contrasto con il tema affrontato, un mix di rabbia e fragilità che ben si amalgama al beat del testo. Unico passaggio “forte” il feauturing di Eminem che non si risparmia la sua ritmata volgarità.
Una relazione ormai agli sgoccioli in cui Pink cerca in tutti i modi di ricomporre i pezzi rotti in 'Whatever you want', la sua grande volontà di non fare affondare la nave del suo amore, ma al tempo stesso, la consapevolezza della sua forza come donna nell’accettare che i rapporti e i sentimenti tra le persone prima o poi cambiano.
'What about us ' potrebbe sembrare la classica canzone d’amore, molte domande che la cantautrice pone al suo interlocutore ma non le interessano le risposte per iniziare a combattere.
Una ballata dal ritmo crescente dettata da un dolore impulsivo che potrebbe sembrare riferito ad una persona amata e invece (qui il genio di Pink) è un messaggio indirizzato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, le domande poste sono tutte indirizzate a lui.
Altra tematica di come i rapporti tra le persone evolvano in 'But We Lost It', le catene simbolo di un legame forte, si sono trasformate in fragili collane di perle quasi a significare una metamorfosi in sé stessa grazie al dolore che la rende più donna ma anche più debole ai colpi della vita.
Tonalità dal richiamo country per 'Barbies', canzone in cui la cantautrice ricorda il passato, i momenti nei quali giocava nella sua camera con le iconiche bambole, l’innocenza e la spensieratezza dell’essere una bimba e ripensare a quei tempi andati in cui non si voleva crescere perchè il tempo non sarebbe mai passato.
'Where We Go' e 'For Now' hanno un’orecchiabilità molto piacevole ma sembrano un déjà vu di composizioni di altri artisti, ma è con 'Secrets' che le sonorità riprendono corpo fino ad arrivare ad un ritmo più battuto che fa palpitare il cuore dance di Pink.
Con 'Better Life' torna lo spirito dal gusto Gospel, pochi strumenti e molta vocalità, fanno percepire la ruvida dolcezza della voce, caratteristica che si apprezza in modo migliore in 'I Am Here', pezzo dal gusto dance nel quale il messaggio che viene veicolato è: “una volta toccato il fondo si può solo risalire”, il tutto con la presenza di un beat incalzante che rende impossibile non muovere quantomeno la testa a ritmo.
La ballata più struggente arriva con 'Wild Hearts Can’t Be broken', il dolore, la passione e le lacrime che anche nelle battaglie più difficili non riusciranno a spezzare un cuore selvaggio.
Ennesima traccia in cui accusa il colpo per una relazione finita, 'You Get My Love' è ripetuto e “gridato” molto proprio a sottolineare e ad enfatizzare la disperazione dell’ammissione dei propri errori e quindi un fallimento. È come se l'amore sia tutto quello che deve dare e nelle ore tranquille della mattina quando il suo partner si sveglia, gli sussurra tutte le sue paure e fragilità.
L’album, nel suo complesso, segna un distacco dalla vecchia figura di Pink come icona del pop e bad girl, ma regala una maggiore profondità, (anche se negli altri album non mancavano tematiche toccanti e profonde) saggezza e una nuova consapevolezza di sé stessa.