Si dice che è meglio avere rimorsi che rimpianti. Non ho mai dato il giusto peso a questa frase, considerandola "un'eresia”, me la sono sentita dire più di una volta da una persona a me molto vicina, una persona che amo profondamente; in realtà è così, a meno che uno non sia un serial killer o una persona spregevole, è meglio avere rimorsi che rimpianti.
Il rimorso è qualcosa che abbiamo fatto e di cui ci siamo pentiti, quindi fondamentalmente, la lezione è già stata imparata.
Il rimpianto significa aver rinunciato a qualcosa e il cui pensiero ci perseguita.
Per come la vedo ora, avere rimorsi significa, in qualche modo, avere vissuto, avere rimpianti equivale a dire non aver vissuto o quantomeno di non averci provato.
Quante volte ho considerato me stesso un vero “stupido”… tutte le volte che mi si è presentata un occasione davanti al naso e l’ ho voluta vedere solo da lontano, quasi nascosto, in modo da non fare notare la mia presenza; quante volte ho visto treni in arrivo nella stazione della mia vita, alcuni li ho visti arrivare da lontano, rallentare e passare senza nemmeno fermarsi, altri li ho visti fermarsi improvvisamente davanti ai miei occhi, ho visto scendere i passeggeri e salirne a bordo di nuovi, ma io stavo fermo, quasi pietrificato dalla paura del rischio, terrorizzato che quel treno potesse portarmi in un posto a me sconosciuto, in cui non potevo avere nessun punto di riferimento se non me stesso e le mie capacità (capacità, che in passato ho sempre considerato poco presenti in me).
Treni che ho visto partire in anticipo ed altri che hanno rispettato l’orario di partenza, ma io, sono arrivato in ritardo e non sono potuto salire, strano e contraddittorio per me, sono un maniaco della puntualità e della precisione.
Nella mia vita mi si sono palesate davanti molte occasioni e treni, passati o persi per decisioni mai prese, per mancanza di coraggio e sicurezza, per avere rimandato ad un futuro ignoto quel momento, per dubbi e paranoie inutili o ancora peggio, per avere permesso a me stesso di fare decidere ad altri della mia vita.
Forse in certe occasioni, ho seguito solo la mente e non il cuore, anche questo, è una contraddizione, io che ho sempre seguito “l’organo pulsante” più di quanto dovevo, oppure ho scelto la convenienza e non il rischio, comunque di treni ne ho visti passare e ne ho persi molti.
Di cosa avevo paura? Paura di non essere all’altezza della situazione, di deludere le persone amate, di deludere me stesso; o più semplicemente era più forte la codardia di essere stato cresciuto nella bambagia, della voglia di rischiare anche solo per una volta nella vita, il tutto e per tutto?
Ho permesso troppe volte a me stesso di giustificare la partenza di quei treni, trovando ogni volta una scusa plausibile alla cazzata che stavo facendo.
Ma come si dice, si “chiude una porta (del treno nel mio caso) e si apre un portone” e il mio carattere negli ultimi anni si sta plasmando ed evolvendo in ciò che ho sempre voluto fosse. Adesso guardo quei treni che si sono allontanati troppe volte senza di me a bordo, come una grande lezione che mi ha fatto evolvere e capire che ci sono molte persone che nella propria vita, alimentano costantemente la fiamma della nostalgia. Persone che guardano di continuo al passato, alle occasioni lasciate, ai sogni infranti, solamente perché una persona è entrata nella loro vita stravolgendola oppure la piatta quotidianità della famiglia, ha fatto sì che un idea o un progetto venisse accantonato e svanisse piano piano.
Ora vi racconterò una piccola storia; la storia di un ragazzo che ha sempre vissuto una vita agiata, senza grandi preoccupazioni e problemi. Quel ragazzo fin da bambino ha sempre avuto una passione, quella di cantare, fin da piccolo ha sempre adorato la musica e tanti generi musicali, ha sempre cantato in ogni occasione, cercando di imparare le parole delle canzoni a memoria, studiando la respirazione giusta, ascoltando e ripetendo la stessa strofa di una canzone più volte, finché il suo acuto, non risultasse perfetto.
Quel ragazzo sapeva di avere un dono ma non ha mai avuto il coraggio di coltivarlo, forse perché non ha mai creduto molto in sé stesso, pur essendo consapevole della dote che portasse dentro di sé. Un ragazzo che ha sempre nascosto quella caratteristica, forse perché aveva un fratello maggiore che lo ha sempre deriso o dei genitori che non hanno mai dato importanza a quella voce che sentivano provenire dal bagno durante docce che duravano ore. Quel ragazzo non è mai riuscito a coltivare la sua passione, anche quando con gli amici andava al Karaoke, saliva sul palco, ma la sua voce, nel momento di inizio della canzone, cambiava, si trasformava in qualcosa che neanche lui sapeva spiegare. Una voce che ha sempre considerato calda e profonda, nel giro di pochi secondi, diventava sgraziata ed insicura. Tutto a causa della grande emotività che non permetteva alla sua passione di essere espressa nel migliore dei modi.
Quel ragazzo sono io… ebbene si, adoro cantare e lo faccio anche bene, non ho mai seguito lezioni di canto o di respirazione diaframmatica, quando canto lo faccio secondo i miei “standard”, canto seguendo il cuore (molto probabilmente un giorno mi troverò con le corde vocali dilaniate), un cuore che mi porterà a breve ad inserire un altra categoria nel blog, una categoria dove sarà presente la musica, la mia musica quella che adoro, alle volte imbarazzante, i cantanti che mi sono di ispirazione e canzoni dalle parole e melodia che hanno un significato molto importante per me; probabilmente mi metterò in gioco e farò qualche video canterino… rischiando… rischiando cosa poi? Una figuraccia? Pazienza… Mi metto in gioco, punto!
Ora sto imparando a correre il rischio, con buon senso e prudenza, ma lo sto facendo e sarà sempre più presente questa componente in me.
Non è importante se ognuno di noi ha una semplice passione o un aspirazione folle. Seguiamo il cuore e coltiviamo le nostre passioni. Non è mai troppo tardi per salire su quel treno.
Stefano Zulian
Occhiali: Dolce & Gabbana / Giubbotto: Zara / Jeans: John Galliano /Scarpe: Dior / Sciarpa: Zara o Richmond (Non ricordo, l'etichetta è sparita) / T-Shirt: Intimissimi
Photography: Fanny Lotito Photography