Il mare d’inverno è per spiriti forti e romantici. Il luogo in cui ci vai per riflettere, per fare il punto della situazione, a fare il pieno di malinconia e una giusta dose di risposte che cercavi. Ti trovi lì a passeggiare sulla spiaggia deserta, intravedi poche anime che fanno jogging, una coppia felice e innamorata che passeggia con il cane, qualche anziano che vaga scrutando l’orizzonte in cerca di qualcosa di invisibile con gli occhi pieni di ricordi e tristezza, una ragazza che singhiozza al telefono e io… che passeggio, facendo scricchiolare ad ogni passo le conchiglie sotto i miei piedi, che mi incanto a guardare i gabbiani, che a dispetto della nebbia e del vento freddo, sembrano essere delle impazienti ballerine che non vedevano l’ora di poter avere un po’ di spazio per loro su quel palcoscenico di acqua e sabbia.
Il mare è dicotomico; allegro, caldo, avvolgente, spensierato e colorato d’estate, ma non appena arriva l’inverno muta il suo carattere, diventa, nervoso, triste, pensieroso, pungente e saggio. È come se d’estate fosse un ragazzotto nella piena adolescenza e d’inverno un vecchietto che parla da solo, trascinandosi avanti e indietro all’infinito ricordando con malinconia ciò che è stato, pochi mesi prima della sua vita. Un uomo che passa dall’adolescenza alla vecchiaia bruciando le tappe, saltando a piè pari l’eta adulta ma portando nella sua terza età un bagaglio immenso di vita vissuta.
Io a quel vecchietto borbottante, vado a farci visita ogni inverno, ci parlo e gli racconto storie, segreti e sensazioni che solo lui può capire; è come un confessore, so che ogni cosa che gli racconto la dimenticherà in poco tempo e i segreti che ricorderà, li manterrà gelosamente custoditi. Il mare d’inverno è capace di ascoltarti, di raccogliere con un’onda tutti i tuoi pensieri portandoli via con sé e dopo poco, con un’altra onda, di vomitarteli addosso purificati, quasi filtrati e resi più chiari grazie alle risposte di cui ti fà dono.
Ogni volta che mi prendo del tempo per andare a fare visita a questo vecchio amico, arrivo dinnanzi a lui e provo una miriade di sensazioni confusionarie, decine di idee, concetti, disegni mentali che si affollano in me, ma che in un batter d’occhio lui ha già raccolto e portato lontano ben prima che io potessi accorgermi di iniziare ad entrare nel labirintico loop della malinconia o della speranza.
Il mare d’inverno mi scarica e mi ricarica con la velocità con cui un'onda cancella ogni impronta che possa esserci sulla sabbia.
Il mare è senza memoria, basta pensarci, se scriviamo qualcosa sulla sabbia, un’onda cancellerà le parole, ma il loro significato rimarrà per sempre nel mare.
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