Il disturbo ossessivo compulsivo un disagio guaribile. In questo nuovo post vorrei parlarvi di un disturbo legato all’ansia perché, avendone sofferto in adolescenza, a causa di una serie di shock emotivi subiti, spero di aiutare le persone che ne soffrono a superare la situazione opprimente e snervante che tale condizione porta.
Da ragazzino, sono sempre stato molto timido ed insicuro, realtà dovuta ad una profonda iper sensibilità innata. Questa mi portava ad assumere un atteggiamento di chiusura dovuta alla paura di essere giudicato ed essere vittima di bullismo: cosa che intorno ai 12/13 anni è successa. La mia adolescenza è stata tutt’altro che spensierata, infatti le scuole medie per me, sono state un vero incubo; quasi tutti i ragazzi erano alti ed atletici, stavano già cambiando la voce da flebile e femminile a quella da baritono, io basso, grassottello (molto) e con una voce da soprano lirico.
Come immaginabile, a quell’età, presto sono diventato l’obbiettivo di scherzi e umiliazioni, cosa che ha portato a chiudermi in me stesso, ad aver paura di affezionarmi alle persone per non rimanerne ferito, ad evitare gli inviti alle feste per non essere oggetto di scherno e derisioni.
Gli stati d’animo che provavo sfociavano in reazioni fisiche come l’iperidrosi (eccessiva sudorazione), la balbuzie e una vera e propria paura nell’ affrontare qualsiasi discussione con le persone; non solo reazioni fisiche, ma anche comportamentali, che sono infine sfociate nel D.O.C.
Grazie alla pazienza e comprensione della mia famiglia e di pochi amici sono riuscito a superare completamente, nell’arco di breve tempo questo disturbo. E’ curioso come, osservando per strada, nei ristoranti o agli eventi, riesco a riconoscere in alcune persone qualche piccolo segnale di questa sofferenza emotiva. Questo mi porta, se ce n’è l’occasione, a parlare di questo disturbo nella speranza di aiutare, quanto meno a prendere coscienza del possibile totale superamento.
Il disturbo ossessivo-compulsivo o D.O.C (in inglese obsessive-compulsive disorder o O.C.D.) viene chiamato anche sindrome ossessivo-compulsiva o S.O.C (in inglese obsessive-compulsive syndrome o O.C.S), è un disturbo che consiste in un disordine psicopatologico che si manifesta in una gran varietà di forme, ma è principalmente caratterizzato da una sintomatologia costituita da pensieri ossessionanti associati a gesti compulsivi (azioni particolari o rituali da eseguire) nel tentativo di allontanare od esorcizzare il pensiero ossessionante, solitamente triste o depressivo. Nel mio caso, il pensiero ossessivo era quello dello scherno da parte delle persone, ogni volta che mi attanagliava l’ansia di un possibile giudizio negativo, dovevo attuare dei comportamenti fisici ripetitivi. Ad esempio, per evitare di subire un atto di bullismo o un offesa dovevo accendere e spegnere la luce di una stanza un ben preciso numero di volte oppure toccare gli oggetti solo con una mano… (scrivendo questo post sto sorridendo e provo una grande tenerezza per lo Stefano dell‘ epoca, ripensando a quanto tempo ho perso a scervellarmi a mettere in atto comportamenti simili… ) :)
Il disturbo ossessivo-compulsivo, è considerato un disturbo derivante dall’ansia, svariate ricerche hanno dimostrato che il DOC è molto più comune di quanto si pensasse. Circa un individuo su 50 tra adolescenti e adulti è stato o ne è tuttora affetto . E’ un disturbo che si sviluppa in maniera del tutto personale, che costringe le persone che ne soffrono, a tentare di nasconderlo provando vergogna per comportamenti che loro stessi capiscono essere irrazionali. Si stima che il 2-3 % della popolazione di molti stati ne sia affetto; negli Stati Uniti pare che ne soffrano cinque milioni di individui.
Il DOC a seconda dei casi, può creare nella persona affetta svariati disturbi, come :
FOBIA SOCIALE
Si manifesta con la paura intensa e limitante di trovarsi in una particolare luogo e situazione sociale, da cui si ritiene, possa derivare la possibilità di subire un giudizio altrui. Si tratta di un particolare stato ansioso nel quale il contatto con gli altri è affrontato con l’angoscia di essere giudicati in malo modo e dalla paura di comportarsi in maniera imbarazzante, cosa che può portare alla possibile umiliazione. È una sorta di “vergogna del proprio essere” in pubblico, accompagnata dalla paura di rivelare agli altri i propri sintomi di ansia, ad esempio tremando, balbettando, arrossendo in viso o mostrandosi impacciati nei movimenti. Le persone affette da questa fobia evitano situazioni spiacevoli o, se sono costrette ad affrontarle, sono molto a disagio con loro stesse, conseguentemente la sensazione viene percepita dalle persone da cui si è circondati, creando un circolo vizioso tra il dover nascondere il proprio disagio e dimostrare la "normalità" ai presenti. E’ una vera e propria sfida con se tessi per mantenere il controllo.
ATTACCHI DI PANICO
Sebbene spiacevoli (a volte in grado estremo), gli attacchi di panico non sono pericolosi. I classici sintomi degli attacchi di panico sono la paura di perdere il controllo, il pensiero che in quel preciso momento, possa succederci qualcosa di male. In altri casi, c'è la sensazione che la gola si stringa con l’impossibilità di respirare. Questo tipo di disturbo si manifesta con reazioni mentali e fisiche del tutto improvvise e non necessariamente precedute da qualche evento particolare, anche in una situazione di apparente calma e serenità, l’attacco di panico può manifestarsi.
TIC NERVOSI
Possono degenerare nella sindrome di Tourette delineata datic motori e fonatori (si emettono suoni ripetitivi) incostanti, passeggeri o altre volte cronici, la cui gravità può variare da estremamente lievi a invalidanti.
Questi sono solo tre degli esempi di come puo’ manifestarsi il problema, li conosco molto bene perché li ho vissuti in prima persona.
Alcuni sintomi possono scatenarsi la prima volta, anche temporaneamente e intensificarsi in particolari condizioni di eccessivo stress, a causa di uno shock emotivo o evento traumatico vissuto.
Numerosi studi hanno dimostrato che il D.O.C. può avere in minima parte un fondamento genetico, ma nella stragrande maggioranza dei casi e’ dovuto proprio al tentativo di tenere sotto controllo eventi che provocano uno stato emotivo di forte ansia e di stress mentale.
Il disturbo viene riconosciuto come tale, solo se compromette il normale ritmo delle attività quotidiane e la condotta sociale e lavorativa del soggetto.
LE OSSESSIONI
Sono pensieri, dubbi, immagini ricorrenti e persistenti che colpiscono il soggetto e che da questo, vengono percepite come spiacevoli e invasive, provocando sofferenza. Le ossessioni sono idee e pensieri cui la persona afflitta non può smettere di pensare. Comuni ossessioni includono la paura di provare disagio, di essere derisi , feriti o di causare dolore fisico o emotivo a qualcun altro.
Il paradosso è che l'individuo si rende conto che i pensieri, le immagini o gli impulsi sono frutto della propria mente e non realmente esistenti, ma non riesce a controllare l’accavallarsi di convinzioni assillanti negative che lo affliggono in quel determinato momento.
La persona tenta (inutilmente) di ignorare, sopprimere od esorcizzare tali pensieri, di neutralizzarli (altrettanto invano) con altri pensieri e comportamenti ripetitivi e cioè le compulsioni.
LE COMPULSIONI
Sono comportamenti o azioni mentali ripetitivi che la persona si sente obbligata a mettere in atto, come un rituale (che può servire a "riparare" un "danno” o evitare che si manifesti un possibile avvenimento spiacevole facendo così, diminuire l’ansia scaturita), per difendersi da una certa ossessione.
Nel caso delle compulsioni, i comportamenti o le azioni mentali sono mirati a combattere le ossessioni. Spesso questi comportamenti o queste azioni mentali sono chiaramente eccessivi e/o non appaiono al soggetto stesso o adun osservatore esterno, comportamenti cosiddetti “normali”.
La persona affetta da DOC non soffre in particolare per l’ansia, ma piuttosto per le ossessioni e compulsioni che derivano da essa. L'ansia si manifesta solamente se si interferisce nei rituali (compulsioni) messi in atto per difendersi dalle ossessioni. Per l'individuo tali azioni sono fortemente importanti e devono essere eseguite in particolari modi per evitare conseguenze negative e per impedire all'angoscia di prendere il sopravvento.
Anche se il soggetto è convinto che i rituali siano solo un effetto del disturbo non riesce comunque ad ignorarli...
ALCUNI FILM CHE TRATTANO L’ARGOMENTO DEL DOC
Qualcosa è cambiato (As Good as It Gets, James L. Brooks, 1997) con Jack Nicholson e Helen Hunt
Basta che funzioni (Whatever works, Woody Allen, 2009)
Il genio della truffa (Matchstick men, Ridley Scott, 2003)
Ricordiamoci che il D.O.C e’ completamente superabile, prendendo coscienza di sé, realizzando che tutte le ossessioni che pervadono la nostra mente, possono essere allontanate e che i gesti compulsivi messi in atto, per fare in modo che il brutto pensiero che ci affligge sparisca, non sono ne preventivi ne riparatori. Un buon inizio per superarlo è quello di iniziare un percorso difficile ma efficace e cioè di essere razionali e considerare che i nostri persistenti atti riparatori non servono ad evitare che si manifesti un determinato avvenimento. Un altro metodo per superare il disagio è quello dell’autoironia, scherziamoci sopra e non prendiamoci troppo sul serio. Anche se il disturbo può provocare in famiglia o tra gli amici una forte situazione di stress e nervosismo, è di importanza fondamentale, essere capiti dalle persone che ci amano e con il loro aiuto e sostegno, tutto sarà superabile.
Essendo un disturbo che colpisce persone con una forte sensibilità ed umanità, affrontando poco per volta le situazioni che ci mettono a disagio può solo portare ad avere più sicurezza e consapevolezza per affrontare le molte sfide che la vita riserva.
P.S.
Ho pensato molto prima di pubblicare questo articolo, esponendomi nel raccontare una cosa molto personale che mi ha fatto soffrire. Ora però, mi fa teneramente sorridere: alla fine mi sono detto se può essere di aiuto a qualcuno perché no?!
Se avete voglia di leggere anche la mia intervista, per Vanity Fair