MA È L'INFLUENCER A DARE VISIBILITÀ ALL'AZIENDA O IL CONTRARIO?

Stefano Zulian

Devo capire una cosa… Ma siamo veramente sicuri che sia l’influencer del momento a dare visibilità ad un’azienda e ai suoi prodotti o forse è l’azienda che contribuisce alla fama dell’influencer?

Questo dubbio mi attanaglia, perché sinceramente vedo influencer o presunti tali, che hanno migliaia e migliaia di followers sui social (veri o fasulli) e che vivono di fotografie e di post sui loro blog senza nemmeno scrivere due righe in croce, ma si limitano a scrivere: “Oggi le mie scarpe rosse di Mister X mi porteranno lontano”. Quasi un claim del Mago di Oz...Dorothy... Sveglia!

Orde di ragazzini, che basano la propria esistenza su quanti seguaci hanno sui social networks o impazziscono se il numero di like sull'ultima foto super cool postata non riscuote il successo sperato. Purtroppo non siamo in una società meritocratica e ultimamente viene premiata molto di più la quantità (di follower e post) che la qualità.

C’è chi si è fatto prendere la mano e cade inevitabilmente nel vortice dell’effimera notorietà di cui si è auto insignito ed è lì che si vedono "uomini e donne" che fanno loro termini come Web Editor, Reporter, CEO, Founder, Traveller, Social Media Menager… che, il più delle volte, non si preoccupano di saperne il vero significato, ma l’importante è fare vedere che si è qualcuno, millantando titoli a caso anche se alla fine dello show di foto e comparsate ad eventi vanno a rintanarsi in monolocali con lampadine appese al soffitto e a mangiare una pizza surgelata, ma postando una foto dell’aperitivo al Bulgari che hanno trovato su internet  (erano presenti…come no! E tutti a crederci). Come è possibile che si ostenti uno stile di vita che non corrisponde alla realtà?

Vedo troppa boria nei comportamenti e scarsità, per non dire nullità, di contenuti sui vari blog di cui è costellata la rete, post che vengono scritti copiando, in modo neanche tanto originale, i foglietti illustrativi che si trovano all’interno della crema viso della quale è stato omaggiato il fortunato/a, non un minimo di opinione personale, uno straccio di concept del prodotto o un trafiletto sulla filosofia aziendale, della sua nascita, dell'idea che ha portato alla creazione di qualcosa… oppure nei social, ringraziano il marchio, che fondamentalmente non sa nemmeno della loro esistenza, spacciando il paio di scarpe che si sono appena comprati e prontamente postata sui social, come se fosse un inaspettato regalo da parte dell’azienda, come ringraziamento per la loro instancabile attività di promozione.

Ma per favore, i veri e selezionati influencer esistono, ma non sono così tanti come alcuni vogliono far credere e poi diciamo la verità, i personaggi che realmente influenzano, sono presenti da sempre, come è sempre esistito il marketing che sta dietro alla tecnica di fare indossare un paio di scarpe o l’ultimo modello di orologio ad un personaggio famoso. Ecco infatti, un personaggio famoso non il primo che si sveglia la mattina e decide di fotografare l'orologio regalato in occasione della cresima e auto proclamarsi influencer o personaggio pubblico. Un tempo, i volti che popolavano la televisione, che catturavano l’interesse di migliaia di persone si chiamavano testimonial, ora sono diventati influencer.

O meglio i testimonial esistono ancora ma vengono pagati per sponsorizzare e “presentare” uno o più prodotti, indipendentemente dalle proprie passioni o dal proprio modo di essere, non devono necessariamente credere in esso. 

Mi viene in mente Lorella Cuccarini quando era testimonial della Scavolini .

lei era una testimonial, quindi magari le faceva pure schifo cucinare ma veniva pagata per essere la “più amata dagli italiani”. 

Con un influencer la cosa cambia, deve influenzare no? Quindi dovrebbe utilizzare determinati prodotti a seconda delle sue (vere) passioni e del suo (vero) modo di essere. Se uno non è appassionato di Surf, ma di paracadutismo, perché pubblicizzare un’azienda che produce tavole da Surf? 

Ti farai immortalare in un video dove ti scapicolli giù da un elicottero col tuo bel paracadute con logo in vista. 

Sponsorizzano aziende più o meno conosciute, con l’aria di chi nella vita ha raggiunto i massimi livelli di realizzazione personale e lavorativa (anche se hanno solo poco più di vent’anni).

Propongono outfit al limite del grottesco e menzionano brand e giornali con cui hanno (forse) collaborato, definendosi giornalisti, si fanno inviare la fotografia dell’amico in vacanza ad Ibiza e come per magia, sono ad Ibiza anche loro, trovano per caso un vip per strada, si scattano un selfie ed è subito il loro migliore amico.

Si sa, l’eccentrico fa notizia e fa parlare, ma se ad indossare l’eccentrico è una Anna dello Russo ci può stare e tanto di cappello, ma se sei un ragazzino/a che sa a malapena parlare l’italiano (figuriamoci scriverlo), un bagnetto di umiltà non guasterebbe.


Stefano Zulian

Stefano Zulian

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Stefano Zulian

Stefano Zulian

Stefano Zulian

Stefano Zulian

Dolce & Gabbana

Nara Camicie

Stefano Zulian

Occhiali: Dolce & Gabbana/ Camicia: Nara Camicie / Pantaloni: H&M / Cintura: No Logo  / Mocassini: Car Shoe